venerdì 29 settembre 2017

I Misteri d'Italia, Emanuela Orlandi, Ilaria Alpi, Giulio Regeni, forse i complottisti avevano ragione

Eccoci di nuovo, questa volta il venerdì con degli argomenti dei quali solo ora si è vicini alla verità di noi "complottisti" che prima non eravamo creduti, e anche "snobbati" dalle inchieste ufficiali e da certa "stampa". Certo i complottisti sono dei "matti", "malati di ment" per cui  dovrebbero essere rinchiusi in un ospedale psichiatrico, nelle maggiori delle ipotesi, di certi giornalisti "perbenisti" fiancheggiatori dello Status Quo e schiavi dei loro direttori di giornali, i complottisti sono la vergogna di facebook e andrebbero"oscurati" per le loro teorie farneticanti prive di ogni fondamento. Bè stasera tratteremo dei casi in cui i "complottisti" ci avevano azzeccato. Innazitutto i "complottisti" come il sottoscritto sono coloro che cercano di portare a galla certe verità. I veri complottisti sono coloro che sono coinvolti in molti casi documentati di mezza storia d'italia di "misteri" e "scandali" internazionali. Questa sera riporteremo a galla alcuni "misteri" italiani che fanno più notizia e dei quali si è parlato in questi utlimi mesi. Soprattutto il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi di cui ora sta scoppiando una guerra all ricerca di dossier segreti in VaticanoQuella che all'inizio poteva sembrare come un "ordinaria" sparizione di un'adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana e della storia vaticana, che coinvolse lo stesso Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi; la reale natura dell'evento a tutt'oggi non è ancora stata definita. Alla scomparsa di Emanuela fu collegata la quasi contemporanea sparizione di un'altra adolescente romana, Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata.
Emanuela Orlandi all'epoca della scomparsa aveva 15 anni e abitava in Vaticano assieme ai genitori e a quattro fratelli; lei era la penultima dei cinque. Nel giugno 1983 aveva appena terminato il secondo anno del liceo scientifico presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, venendo rimandata a settembre in latino e francese. Dotata di un considerevole talento musicale, Emanuela frequentava da anni una scuola di musica in piazza Sant'Apollinare a Roma, a poca distanza da Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, dove seguiva corsi di pianoforte, solfeggio, flauto traverso e canto corale.
Il giorno della scomparsa, Emanuela si recò a lezione di musica attorno alle 4 del pomeriggio, per uscirne come di consueto attorno alle 7, dopodiché telefonò a casa, dove parlò con una delle sorelle riguardo a una proposta di lavoro che avrebbe ricevuto, retribuita con la somma di 350.000 lire (equivalenti, paragonando il potere d'acquisto, a circa 500 euro odierni) per un lavoro di poche ore come promotrice di prodotti cosmetici di una nota marca durante una sfilata di moda nell'atelier delle Sorelle Fontana, di lì a pochi giorni; tuttavia, la sorella la sconsigliò di dar retta a una proposta simile e le suggerì di tornare quanto prima a casa per parlarne con la madre. Questo fu l'ultimo contatto che Emanuela ebbe con la famiglia. In seguito, fu accertato che la ditta di cosmetici in questione, che peraltro impiegava solo personale femminile, non aveva nulla a che vedere con l'offerta di lavoro asseritamente fatta alla giovane e risultò altresì che, nello stesso periodo, altre adolescenti dell'età di Emanuela erano state adescate da un uomo con il pretesto fasullo di pubblicizzare prodotti cosmetici in occasione di eventi quali sfilate di moda o altro. Dopo la telefonata, Emanuela raggiunse due compagne di corso, tali Maria Grazia e Raffaella alla fermata dell'autobus in Corso Rinascimento. A detta delle ragazze, Emanuela alluse a una proposta di lavoro molto allettante ricevuta e, messa in guardia da loro, disse che avrebbe chiesto prima il permesso di partecipare ai propri genitori e che avrebbe comunque fatto attenzione per evitare brutte sorprese. Attorno alle 19:30, prima Maria Grazia e poi Raffaella salirono su due autobus diversi dirette a casa, mentre, a detta di Raffaella, Emanuela non salì a sua volta sul mezzo pubblico perché troppo affollato e disse che avrebbe atteso il prossimo. Da questo momento, della ragazza si perdono le tracce. Secondo un'altra versione dopo la telefonata, Emanuela confidò a un'amica e compagna della scuola di musica, Raffaella, che sarebbe rimasta ad attendere l'uomo che le aveva fatto l'offerta per avvisarlo che avrebbe chiesto prima il permesso di partecipare ai propri genitori. Raffaella dichiarò che Emanuela l'avrebbe accompagnata alla fermata dell'autobus, lasciandola alle 19:30 per salire sul mezzo pubblico; l'amica riferì poi di aver visto dal finestrino che Emanuela parlava con una donna dai capelli ricci che non fu mai identificata anche se alcuni suggerirono che si trattasse con ogni probabilità di qualche altra allieva della scuola di musica. Chi era quest'uomo che l'aveva invitata a salire su un mezzo pubblico e che la donna con i capelli ricci ? Ancora non lo sappiamo. Quello che si sa sulla sparizione della Orlandi che di sicuro ci siano stati di mezzo i servizi vaticani, la Banda della Magliana e Paul Marcinkus all'epoca presidente dello IOR, la banca Vaticana. Papa Francesco Bergoglio ci dirà la "verità" sulla scomparsa di Emauela Orlandi, vedremo, ma ne dubito. 

Ora passiamo al caso di Ilaria Alpi. La Alpi giunse per la prima volta in Somalia nel dicembre 1992 per seguire, come inviata del TG3, la missione di pace Restore Hope, coordinata e promossa dalle Nazioni Uniteper porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991, dopo la caduta di Siad Barre. Alla missione prese parte anche l'Italia, superando in tal modo le riserve dell'inviato speciale per la Somalia, Robert B. Oakley, legate agli ambigui rapporti che il governo italiano aveva intrattenuto con Barre nel corso degli anni ottanta. Le inchieste della giornalista si sarebbero poi soffermate su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici che avrebbe visto, tra l'altro, la complicità dei servizi segreti italiani e di alte istituzioni italiane. 
La Alpi avrebbe infatti scoperto un traffico internazionale di rifiuti tossici prodotti nei Paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani in cambio di tangenti e di armi scambiate coi gruppi politici locali. Nel novembre precedente l'assassinio della giornalista era stato ucciso, sempre in Somalia e in circostanze misteriose, il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano. Alpi e Hrovatin furono uccisi in prossimità dell'ambasciata italiana a Mogadiscio, a pochi metri dall'hotel Hamana, nel quartiere Shibis. La giornalista e il suo operatore erano di ritorno da Bosaso, città del nord della Somalia: qui Ilaria Alpi aveva avuto modo di intervistare il cosiddetto sultano di Bosaso, Abdullahi Moussa Bogor, che riferì di stretti rapporti intrattenuti da alcuni funzionari italiani con il governo di Siad Barre, verso la fine degli anni ottanta. La giornalista salì poi a bordo di alcuni pescherecci, ormeggiati presso la banchina del porto di Bosaso, sospettati di essere al centro di traffici illeciti di rifiuti e di armi: si trattava di navi che inizialmente facevano capo ad una società di diritto pubblico somalo e che, dopo la caduta di Barre, erano illegittimamente divenute di proprietà personale di un imprenditore italo-somalo. Tornati a Mogadiscio, Alpi e Hrovatin non trovarono il loro autista personale, mentre si presentò Ali Abdi, che li accompagnò all'hotel Sahafi, vicino all'aeroporto, e poi all'hotel Hamana, dinanzi al quale avvenne il duplice delitto. Sulla scena del crimine arrivarono subito dopo gli unici altri due giornalisti italiani presenti a Mogadiscio, Giovanni Porzio e Gabriella Simoni. Una troupe americana (un freelance che lavorava per un network americano) arrivò mentre i colleghi italiani spostavano i corpi dall'auto in cui erano stati uccisi a quella di un imprenditore italiano con cui successivamente vennero portati al Porto vecchio. Una troupe della Svizzera italiana si trovava invece all'Hotel Sahafi (dall'altra parte della linea verde) e filmò su richiesta di Gabriella Simoni - perché ci fosse un documento video - le stanze di Miran e Ilaria e gli oggetti che vennero raccolti. Ilaria Alpi venne sepolta nel Cimitero Flaminio di Roma. Il 23 febbraio 2006 un'apposita Commissione parlamentare d'inchiesta, dopo due anni, concluse i suoi lavori con tre relazioni contrapposte, una approvata a maggioranza e due di minoranza. Durante le audizioni vennero sentiti numerosi testi a vario titolo coinvolti o a conoscenza delle dinamiche e dei fatti.  « [...]non spettava alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin adottare la nota del 21 settembre 2005 (prot. n. 2005/0001389/SG-CIV), con la quale è stato opposto il rifiuto alla richiesta, avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma, di acconsentire allo svolgimento di accertamenti tecnici congiunti sull'autovettura corpo di reato, e annulla, per l'effetto, tale atto.» Questo fu il verdetto, ci aspettavamo la verità su Ilaria Alpi, ma i poteri occulti manovrarono la Commissione d'inchiesta sin dalla sua nascita. Era chiaro che si voleva coprire, occultare, mentire per "ragion di Stato". Ma ora non possono più occultare, ne mentire sui "misteri italiani" e neanche sul Caso Regeni, la quale famiglia si illude di avere la verità da un certo
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, colui che sarebbe stato coinvolto nello scandalo dell'Uranio impoverito durante la missione di guerra nel KossovoL'omicidio di Giulio Regeni è stato commesso in Egitto tra il gennaio e il febbraio 2016. Regeni era un dottorando italiano dell'Università di Cambridge; fu rapito il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. Il suo corpo fu ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo, nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. Le condizioni della sua salma, ritrovata vicino al Cairo in un fosso lungo l'autostrada Cairo-Alessandria, hanno immediatamente messo in luce gli evidentissimi segni di atroce e ripetuta tortura, eventualmente in connessione per i legami che il giovane ricercatore, Giulio Regeni, si supponeva potesse avere con il movimento sindacale che si oppone al governo del generale al-Sīsī, legami che tuttavia non sono mai stati provati. L'uccisione di Giulio Regeni ha dato vita in tutto il mondo, e soprattutto in Italia, ad un acceso dibattito politico vertente sul coinvolgimento parziale o totale, attraverso uno dei suoi servizi di sicurezza, dello stesso governo egiziano nell'intera vicenda del rapimento, della tortura, dell'omicidio del Regeni e dei depistaggi successivi. Tali sospetti hanno costituito motivo di forti tensioni diplomatiche con l' Egitto. Il corpo nudo e atrocemente mutilato di Giulio Regeni fu trovato il 3 febbraio 2016 in un fosso lungo la strada del deserto Cairo-Alessandria, alla periferia del Cairo. Il ministro Federica Guidi, che in quel momento si trovava in Egitto in missione diplomatica con un gruppo di imprenditori, ha immediatamente interrotto la visita ed è rientrata in Italia. Il corpo recuperato mostrava segni compatibili con ipotesi di sottoposizione a tortura: contusioni e abrasioni in tutto corpo, come quelle tipicamente causate da un grave pestaggio, lividi estesi non incompatibili con lesioni da calci, pugni ed aggressione con un bastone. Si contarono più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole rotte, tutte le dita di mani e piedi, così come gambe, braccia e scapole, oltre a cinque denti rotti; si riscontrarono coltellate multiple sul corpo, comprese le piante dei piedi, probabilmente inferte con un rompighiaccio o uno strumento simile ad un punteruolo. Vi erano inoltre numerosi tagli, su tutto il corpo, causati da uno strumento tagliente simile ad un rasoio. Si sono altresì riscontrate estese bruciature di sigarette, nonché una bruciatura più grande tra le scapole e incisioni somiglianti a vere e proprie lettere; l'esame autoptico rivelava una emorragia cerebrale e una vertebra cervicale fratturata a seguito di un violento colpo al collo che sarebbe la causa della morte. Subito dopo il ritrovamento del cadavere, il generale Khaled Shalabi (direttore dell'amministrazione generale delle indagini di Giza) dichiarò che Regeni era stato vittima di un semplice incidente stradale, smentendo inoltre che vi fossero tracce di proiettili o accoltellamenti. In seguito la polizia egiziana sostenne che l'omicidio poteva essere avvenuto per motivi personali dovuti ad una presunta relazione omosessuale (Regeni tuttavia aveva una fidanzata) oppure allo spaccio di stupefacenti (Regeni tuttavia non aveva mai utilizzato alcuna droga, come confermato dall'autopsia), ma non sono mancate ipotesi, non suffragate da alcuna prova, secondo cui Regeni sarebbe stato ucciso da appartenenti a qualche Baltagiya, assoldati dagli organismi del controspionaggio egiziano. Le autorità egiziane hanno garantito inizialmente una "piena collaborazione", ma tale disponibilità è presto stata smentita. Gli investigatori italiani hanno potuto interrogare pochi testimoni per alcuni minuti, dopo che gli stessi erano già stati interrogati per ore dalla polizia egiziana; le riprese video della stazione della metropolitana dove Regeni è stato visto per l'ultima volta sono state cancellate; sono stati negati i tabulati telefonici del quartiere dove viveva Regeni e della zona in cui fu ritrovato il cadavere. Funzionari egiziani ed italiani hanno condotto autopsie separate sul corpo di Giulio Regeni. 
La relazione ufficiale forense egiziana del primo marzo 2016 (dossier di 91 pagine consegnato all'ambasciata italiana al Cairo il 2 marzo) attesta che il ricercatore italiano fu interrogato e torturato per un massimo di sette giorni a intervalli di 10-14 ore prima di essere infine ucciso, mentre i risultati dell'autopsia egiziana non sono ancora stati resi pubblici. L'uccisione sarebbe avvenuta circa 10 ore prima del ritrovamento del corpo. Il dossier delle autorità egiziane è stato giudicato carente ed incompleto nell'informativa del 5 aprile del ministro degli esteri Paolo Gentiloni resa al Parlamento sul caso di Giulio Regeni, che inoltre accusa l'insufficiente collaborazione delle autorità egiziane. Un rapporto di 300 pagine contenente i risultati dell'autopsia italiana è stato consegnato all'ufficio del pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Roma (competente per reati in danno di italiani all'estero) e smentisce precedenti indiscrezioni su segni di scosse elettriche somministrate ai genitali di Regeni. Per favorire le indagini, gli amici e parenti di Giulio Regeni hanno consegnato i propri telefoni cellulari e computer portatili alla polizia italiana, mentre la famiglia Regeni ha consegnato il computer del figlio, ritrovato nell'appartamento del Cairo, da cui è risultato che nei giorni precedenti alla scomparsa era stato molto utilizzato, segno che il ragazzo era rimasto in casa. Nel settembre 2016 il governo egiziano ha accettato di consegnare i tabulati di telefonia mobile, mentre i pubblici ministeri egiziani in visita a Roma hanno ammesso per la prima volta che Regeni era stato in effetti sottoposto ad indagini e sorveglianza da parte della polizia egiziana prima della sua scomparsa, ma senza riscontrare problemi alla sicurezza nazionale.  Nel settembre 2017 il legale egiziano che seguiva il caso per conto della famiglia, Ibrahim Metwaly, è stato incarcerato in Egitto con l'accusa di voler sovvertire il governo Al Sisi. Da allora il Governo italiano cerca di tranqullizzare la famiglia Regeni sul fatto che tale sta facendo di tutto per collaborare con il Governo Egiziano che presto verrà fuori la verità. Una verità su Giulio Regeni che nè il Governo italiano che quello Egiziano vogliono confermare perché pericolosa per i rapporti diplomatici tra i due paesi, che Giulio Regeni è stato ucciso dai Servizi segreti Egiziani e le prove sono state occultateUn'altra scomoda verità, una verità delle tante che trova spazio nelle pagine di questo Blog, giudicato dagli ignoranti, un Blog "complottista", quando coloro che lo definiscono tale, non sanno di essere dei deficienti nati. Nel prossimo articolo parleremo dell'incidente di Ustica.

Di Marco Monti

venerdì 22 settembre 2017

Il 23 settembre 2017 è l'inizio della fine. L'umanità dovrà prepararsi spiritualmente

Non sono un catastrofista, e nemmeno un allarmista, ma le date del calendario Sumerico tradotto da Zacharia Sitchin indica come Nibiru (il dodicesimo pianeta) passerà molto vicino al nostro sistema solare causando una marea di terrificaneti catastrofi, da nubifragi a terremoti, a eruzioni in un clima già impazzito controllato dal progetto ultra segreto HAARP che influenza il clima con potenti onde elettromagnetiche sparate da Gakona (Alaska). Il clima è già manipolato e certa gente fa finta di non sapere ne vedere, oltretutto quando ci sono segni inequivocabili nei cieli di tutto il mondo. Se eravamo una civiltà come dice il fisico Miku Kaku di tipo due, già eravamo consapevoli e potevamo con un scienza evoluta evitare il peggio, come molte altre civiltà avanzate nel Cosmo hanno fatto. Noi siamo al punto Zero, non c'è nessun di avanzamento nella nostra civiltà, ne sociale, ne umano, ne scientifico, tutto il potenziale della scienza è, e continua ad essere utilizzato come arsenale bellico, perché il principio materilistaico Capitalista di ogni civiltà si fonda sulla guerra. L'abbiamo visto da Hiroshima in poi che tipo di scienza abbiamo sviluppato e con questo tipo di atteggiamento, se non è per Nibiru, non andremo molto lontano perché abbiamo il potenziale bellico per distruggerci a vicenda. Una cosa che fa inorridire e che il pubblico non sa, è che tutte le superpotenze, USA, Cina, Russia e Giappone, si stanno preparando al peggio. Già in Norvegia esiste una grande installazione sotterranea stipata di alloggi, derrate alimentari che  consentirà ai potenti Norvegesi, ai Servizi segreti, a ad altri rappresentanti politici, e alle loro famiglie di rifuggiarsi li per il resto della vita.
Anche nella famosa Area 51, nel Nevada esiste una grande installazione sotterranea costruita inizialmente per operazioni legate all'attività extraterrestre ma anche per rifugio dei potenti, militari e politici USA, che saranno condotti li quando avverrà il peggio. Poi c'è un invasato Kim Yung Gun che è un matto da legare e vuole sfidare gli USA con un attacco nucleare. Credo che il Presidente Donald Trump lo sapesse in anticipo e abbia stanziato quei 575 miliardi di dollari per l'apparato industrial militare. E' ovvio gli USA dovranno difendersi, e se la Corea del Nord attaccherà anche la Corea del Sud, il Giappone interverrà massicciamente, il ruolo della Cina e della Russia per ora lo lasciamo da parte. 
Ma sappiamo benissimo dai contattissti come
Eugenio Siragusa, se tale conflitto avverrà su scala mondiale le Civiltà extraterrestri non esiteranno ad intervenire per fermare il conflitto, o non potendo, salvare il "salvabile". La gente continua ad ignorare certe notizie che circolano nel Web, e probabilemnte anche quanto scrivo in questo Blog. Ma quando i fatti si verificheranno non potranno dire, io non sapevo. Ora la cosa più importante è preparare l'Umanità spiritualmente per poter affrontare queste calamità. Innanzitutto, basta le divisioni di ceto sociale, siamo tutti figli di questo pianeta e figlio di Dio, quindi dovremmo avere più amore verso noi stessi e gli altri, aiutare positivamente gli altri certo non significa evitare materialmente il peggio, ma serve come incoraggiamento. Il preludio della Fine dei Tempi ci insegnerà che siamo tutti cittadini del mondo e che dobbiamo volerci bene, stringerci per mano e abbracciarci. Lasciar perdere le stronzate, i conformismi, le mode animaliste e quant'altro e sperare in un mondo migliore, anche se per anni sarà un illusione, bisogna crederci e lottare. Chi non lotta per una società e per un mondo migliore secondo me è una nullità. Chi si riserva di non voler lottare per continuare a campare e accaparrare denaro per lui e per far star bene la famiglia, lavorando otto, o dieci ore in fabbrica non ha capito un cavolo, secondo me della vita. Chi invece ha lottato per qualcosa che ha un valore morale sarà premiato, sia nella vita materiale, che spirituale. Chi crede che io stia male, e sia un malato da curare, e meglio che se ne vada in quel paese, oppure per non beccarsi la legge del Karma, è meglio che stia zitto e non offenda. Tutti i sistemi energetici e vitali, molto probabilemente verranno spazzati via da questi immense catatrofi, forse arriveranno i 3 giorni di buio descritte nelle profezie della Madonna di Anguerra,
quando il sole si oscurera totalemente sarà il segno della fine. Non abbiate paura, ognuno deve rimanere nelle proprie case e non uscire per nessun motivo. preparatevi tutte le derrate alimentari, se avete una cantina adibitela a questo e sbarratela con un bel lucchetto. Non fate entrare nessuno in casa. Se non c'è elettricità, fate un bel focolare. E direi, pregate Iddio e la Madonna che accorci i tempi della Tribolazione, perché saranno molto tristi. Quando Nibiru uscirà dall'orbita terrestre e il Nuovo Ordine Mondiale sarà spazzato via, ci saranno nuovi cieli e nuova Terra. Spero che prenderete sul serio ciò che ho scritto.

Di Marco Monti

lunedì 11 settembre 2017

9/11 sedici anni di menzogne e spiegazioni di comodo, vogliamo la verità

Benvenuti e bentrovati di nuovo questo lunedì 11 settembre, all'insegna del più grosso complotto della storia per far entrare in guerra gli USA con Al Queda, bombardare l'Afganistan, Irak, Siria, Libia, Siria e finanziare gli sceicchi del terrorre, l'ISIS il cui Capo Al Bagdadi era comunque sul libro paga della CIA, e la stessa finanziava questa cellula islamica jiadista. Una delle prove della vicinanza degli USA ai fanatici islamici è una foto che ritrae il Senatore repubblicano John McCain con dei rappresentanti dell'ISIS, alcuni anni fa (vedi foto sotto a destra). Per quanto riguarda il 9/11 il NIST, la Commissione ufficiale d'inchiesta degli USA, fu organizzata in verità per trovare delle spiegazioni  che coincidessero con la versione ufficiale sull'abbattimento delle Torri del World Trade Center. Ma il Movimento per la verità dell'11 settembre, il CIVG, non ha dubbi sul fatto che il WTC, l'edificio 7, e il Pentagono siano crollati non per mano dei 19 terroristi schedati dall'FBI, ma crollarono a causa di un presunto sgretolamento o demolizione controllata. Ancora menzogne dai rapporti e le indagini dell'FBI. Ma Donald Trump, ha promesso di "riaprire le indagini sull'11 settembre". Manterrà la sua promessa ? Stento a crederci. Ora ritorniamo ai fatti del 9/11.
Per quanto riguarda i fatti si fa riferimento ai voli dell'American Airlines, del volo 11 e 175 schiantatesi, il primo sulla Torre nord, il secondo sulla Torre sud, stando alla ricostruzione dei fatti di questa indagine gli aerei penetrarono gli edifici esplodendo all'interno e causando la fusione della struttura portante degli edifici (niente di più falso, secondo me). Mentre per quanto riguarda  l'edificio World Trade 7, sarebbe stato tirato giù da una demolizione controllata. Il Pentagono fu colpito dal volo 77, secondo la tesi ufficiale un grosso Boeing 757 che avrebbe provocato un buco di 5 metri di diamtero (?) e andato in profondità dell'ala nord dello stesso, senza colpire le altre. La squadra di recupero sul luogo dell'impatto non trovò  i motori dell'aereo (che in questo caso pesano più di una tonnellata, essendo un Boeing) i frammenti di un incidente come i motori dovrebbero essere i primi ad essere trovati e recuperati, furono invece trovati vari pezzi e detriti dell'aereo e la scatola nera fu trovata e confiscata dall'FBI.
E ancora oggi non ne sappiamo il contenuto. Stessa cosa per l'aereo 93, dell'United Airlines caduto in Pennsylvania, presso lo Stato di Washington DC. Il flight recorder (la scatola nera) fu confiscata dall'FBI e non ne sappiamo il contenuto. Perché l'FBI non ne svela il contenuto ? Sicuramente perché la verità che queste scatole nere hanno registrato prima degli impatti, è destabilizzante per il governo. Quando c'è in ballo la sicurezza nazionale, in molti attentati di Stato come quello di Kennedy, stessa cosa trattasi degli  UFO e la presenza di visitatori extraterrestri, la cui verità danneggerebbe lo Status quo, e il Divide et Impera, si fa del tutto per negare, smentire e coprire il più possibile. Nel 2002, il ricercatore David Icke inviò una lettera all'FBI per sapere quali fossero le motivazioni sulle indagini del 9/11 e perché l'FBI si ostinava a non rendere pubbliche le registrazioni dei flight recorder, potete leggere la lettera nel libro di David Icke "Alice nel paese delle meraviglie e il Disastro delle Torri Gemelle, Macro edizioni" . Vi invito a procurarvelo.

Di Marco Monti